Ci sono stati grandissimi festeggiamenti in una compagnia di sviluppo notissima al mondo degli appassionati di videogiochi, come la Capcom, per l’anniversario che ha celebrato i vent’anni di una delle saghe di picchiaduro più amate e rappresentative del panorama videoludico internazionale, tanto da rimanere sulla cresta dell’onda con un gioco in 2D anche oggi che la terza dimensione impazza a grandi linee nel mondo delle console.
Insomma gioia e tripudio per il compleanno di Street Fighter, ma la stessa cosa è accaduta alla Nintendo, altra prestigiosa software house che ha celebrato a dovere il suo personaggio di punta, quel buffo idraulico italiano che ormai da 25 anni ci accompagna nelle sue avventure, dapprima simpaticissimi platform dallo stampo piuttosto classico, dettando mode e generi come mai nessuno avesse fatto prima di allora. Tutto merito di Miyamoto.
Mario, il noto personaggio legato alla Nintendo ha infatti regalato alla grande compagnia di sviluppo un protagonista d’eccezione che, non senza tradire le sue origini italiane, con il suo modo di parlare e con le sue mille opportunità offerte all’interno dei vari titoli, ha rappresentato un pezzo di storia importante del mondo del videogioco. Sembra assurdo quindi immaginare un certo imbarazzo, da parte dello stesso Miyamoto riguardando oggi alcuni classici del passato.
Sarà bastato rimettere in commercio classici come Super Mario Bros, il primo mitico titolo del simpatico Mario o Super Mario Bros 3, uno dei titoli meglio riusciti della sua carriera, per mettere in imbarazzo la mente creativa dietro questi capolavori che ha criticato ampiamente il suo lavoro passato, forse considerando anche il livello altissimo a cui si è arrivati oggi con la serie. Critiche o non critiche, i primi episodi di Mario restano un emblema del videogioco, e grazie mille a Miyamoto.
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