Si è appena concluso il Festival di Sanremo, un evento di portata nazionale che, dati alla mano, mai come quest’anno, ha tenuto incollati ai televisori milioni e milioni di persone in ognuna delle cinque serate. Che sia per le brillanti situazioni create da Luca e Paolo, che sia per l’avvenenza di Belen Rodriguez e di Elisabetta Canalis, che sia per gli ospiti internazionali, un plauso va soprattutto alle canzoni presentate in gara, tra le quali si è vista trionfare quella di Roberto Vecchioni.
Qualcuno di voi avrà storto il naso dinnanzi ad una tipologia di musica troppo nazional-popolare, troppo dannatamente pop, preferendo invece qualcosa di più ritmato, qualcosa di più forte e vicino al rock, magari custodendo in un cassetto il sogno di diventare una vera rockstar un giorno. Col mondo dei videogiochi, come ben saprete questo è possibile, grazie alla saga di Guitar Hero, che si è vista recentemente protagonista di un’affermazione particolare.
Guitar Hero è conosciuta universalmente come una delle simulazioni musicali più riuscite degli ultimi tempi, divertente anche per chi non è avvezzo al mondo delle console, ma capace di sentirsi un grande artista solo impugnando la periferica speciale a forma di chitarra tra le mani. La serie ha recentemente subito un piccolo calo, e a giustificare questo è accorsa Kelly Sumner, CEO del brand che ha dato praticamente la colpa alla Activision.
Secondo la persona che sta dietro il successo di Guitar Hero infatti, la saga è stata troppo spremuta dalla Activision, andando ad offuscare il divertimento che la serie è capace di suscitare con troppe uscite. Eppure il marchio, secondo la Sumner, può continuare a sfornare nuovi episodi in futuro visto che l’interesse intorno al progetto c’è ancora e si tratta comunque di un franchise che riesce ad incamerare lauti guadagni. Che i ritmi saranno quindi un po’ meno sostenuti in futuro per Guitar Hero?