Siete tra quei giocatori che non riescono a resistere di fronte alla possibilità di mettersi al volante, per quanto virtuale, di una vettura fiammante di altissima cilindrata capace di raggiungere velocità davvero impressionanti in tracciati anche cittadini e magari di innescare anche incidenti a raffica per aumentare a dismisura il proprio punteggio, in modo da sbaragliare tutti gli avversari in campo, sia quelli comandati dal computer che quelli guidati da altri utenti?
Siete tra quegli appassionati delle intensive campagne sviluppate nei più aggressivi sparatutto in cui impersonare marines o soldati armati fino ai denti e dotati delle più avveniristiche tecnologie di comunicazione per affrontare missioni sempre più intricate e vicine a quelle delle controparti reali? Perfetto, potete allora anche leggere un altro articolo perché il gioco di cui vi parliamo nuovamente è dedicato esattamente all’altro schieramento videoludico.
Il suo titolo è Atelier Ayesha e si tratta di un capitolo della fortunata saga degli Atelier, catena di giochi di ruolo prettamente delicati e zuccherosi, pensati prevalentemente per un pubblico femminile o comunque attratto da una certa linea soave che stride fortemente invece con i gusti dell’utente medio europeo sempre a caccia di adrenalina a fiumi e di scontri ricolmi di proiettili e sangue a profusione. Atelier Ayesha è tutt’altro.
Della sua natura ce ne possiamo accorgere anche dal poetico video iniziale che vi mostriamo proprio alla fine di quest’articolo, una sorta di sigla di apertura come se fosse un cartone animato nipponico tra i più recenti mai realizzati, strizzando quindi fortemente l’occhio ai cultori di manga e affini ma, come dicevamo, anche a chi apprezza guidare personaggi femminili candidi e “kawai” in un gioco di ruolo. Godetevi il video e ricordate che, oltre ai picchiaduro, c’è tutto un altro mondo.