Dopo una lunghissima attesa (il gioco doveva uscire su PS2, per rendere l’idea) Aliens Colonial Marines giunge finalmente sui nostri monitor. Un progetto non facile, con una gestazione complessa e che sicuramente avrebbe avuto ancora bisogno di tempo per essere portato a termine. Purtroppo, lo dico subito, ACM non convince praticamente sotto nessun aspetto.
Grafica e sonoro
Dal punto di vista grafico Aliens Colonial Marines appare piuttosto datato. Il gioco è realizzato con una versione modificata dell’Unreal Engine 3, motore vecchio e ormai raramente in grado di stupire. Intendiamoci, non c’è niente che non vada in Aliens Colonial Marines, semplicemente non aspettatevi effetti speciali hollywoodiani o una grafica spaccamascella perché resterete delusi.
In compenso la fluidità è notevole e non si notano mai rallentamenti o grafici tali da disturbare l’esperienza globale, da segnalare solamente tempi di caricamento a volte leggermente lunghi tra una missione e l’altra. Buono invece il sonoro, con musiche ed effetti claustrofobici che restituiscono la sensazione di trovarsi in apnea, chiusi e senza via d’uscita.
Giocabilità e longevità
Aliens Colonial Marines è uno sparatutto tattico molto “spara” e poco tattico a dire il vero. Il gioco è un sequel diretto di Aliens Vs Predator (uscito nel 2010) e temporalmente si colloca subito dopo la fine di Alien 3.
Il nostro eroe viene spedito insieme alla sua squadra sul pianeta LV-426 alla ricerca di Ellen Ripley, inutile dire che poco dopo lo sbarco ci troveremo in un mondo popolato da strane e minacciose creature ben poco amichevoli nei nostri confronti.
Aliens Colonial Marine si apre con il botto, le prime fasi sono indubbiamente adrenaliniche, colpa anche della tensione che si percepisce ad ogni passo, grazie ai nemici che sbucano da qualsiasi anfratto e alla scarsità di luce presente nelle aree da esplorare.
La campagna principale è particolarmente corta e vi porterà via non più di 7/8 ore, purtroppo dobbiamo segnalare anche una certa ripetitività di fondo e per una direzione artistica non sempre ispirata. A metà dell’avventura inizierete a notare un senso di scarso appagamento, vuoi per l’IA dei nemici non proprio avanzata, vuoi per una meccanica di gioco scarsamente innovativa, essenzialmente ci troviamo di fronte ad un Call Of Duty in salsa sci-fi ma senza la classe e la spettacolarità del titolo Activision.
La campagna può essere affrontata anche in co-op in compagnia di quattro amici online (due in locale), ammetto che giocare in cooperativa è molto divertente anche se toglie in parte il gusto di trovarsi ad affrontare orde di alieni con le proprie forze.
Presente anche il multiplayer competitivo con le classiche modalità del genere, come il team deathmatch 6 contro 6 oppure un 4 vs 4 con obiettivi da raggiungere. Niente di particolarmente sviluppato a dire il vero, anzi, pare quasi che Gearbox abbia inserito il multiplayer unicamente per dovere, senza crederci più di tanto.
Sistema di controllo
La versione da noi testata è quella per Xbox 360 (il gioco è disponibile anche per PC e PS3, presto arriverà anche su Wii U) e per i controlli vale lo stesso discorso di sempre. Il joypad Microsoft si rivela adatto per i giochi del genere anche se non può sostituire la praticità del sistema di controllo basato su mouse e tastiera.
Giudizio finale
Aliens Colonial Marines è sicuramente una occasione sprecata, il gioco Gearbox manca di personalità (nonostante la licenza di prestigio) e non riesce a conquistare a causa di una trama povera di colpi di scena e di un gameplay anonimo e ripetitivo. Consigliato ai fan della saga di Ridley Scott, gli altri non faticheranno a trovare altre valide alternative sul mercato.
Voto 6,5/10