Se c’è una compagnia di sviluppo molto importante che di certo non ha reso la violenza un ingrediente fondamentale dei suoi titoli di punta, sicuramente questa è la Nintendo. Una grande fiducia nelle sue forze e dei protagonisti che inneggiano all’amore, al rispetto e alla generosità sono sicuramente degli elementi importanti per aver reso i suoi giochi fruibili a tutti, senza dover necessariamente essere attaccati per i contenuti come accade a diversi distinti colleghi.
Se diamo un’occhiata ai titoli più importanti, non possiamo fare a meno di nominare Mario e tutta la serie di spin off slegati ai capitoli delle sue avventure primarie, tra giocosi picchiaduro e simpatici party games. E come dimenticare Zelda che, nonostante i combattimenti furiosi coi vari nemici tra arco, fionda e spada, poco spazio fa alla violenza gratuita. Eppure nonostante questi messaggi non vengono inviati ai giocatori, alcuni impiegati hanno dei seri problemi.
E’ infatti recente la notizia di un arresto in casa Nintendo dopo un episodio che ha visto protagonista Jin Nakanose, un impiegato trentasettenne che lavora proprio per la grande compagnia che ha regalato Mario a tutti gli appassionati di videogames. Tempo fa, in un parcheggio di un centro commerciale a Kyoto in Giappone, l’impiegato della Nintendo si è visto oltrepassato da un auto che probabilmente era intenta a rubargli un parcheggio adocchiato.
Questo è bastato per far scattare la rabbia furiosa di Nakanose che ha letteralmente tirato fuori dall’automobile il ladro di parcheggi per poterlo menare in santa pace. L’uomo ha riportato ferite guaribili in due settimane e il violento impiegato legato alla Nintendo è stato ovviamente arrestato. Scommettiamo che questo episodio, se dovesse essere di dominio pubblico anche in Europa o in America, rappresenterebbe una nuova occasione per affermare il potere dei videogiochi sulla diffusione della violenza?