Il sito UBM TechInsight ha smontato il nuovo Nintendo 3DS per analizzare il costo dei componenti interni. Il risultato è che le varie parti della console hanno un valore totale di 101 dollari, 15 in più rispetto ai componenti del Nintendo DSi. I 15 dollari “extra” sarebbero i costi del display 3D e del giroscopio, due accessori particolarmente costosi, assenti nel vecchio modello.
Ovviamente in rete imperversa la polemica, visto che Nintendo ha scelto di vendere la console ad un prezzo piuttosto salato (24.900 yen, 249 dollari, 259 euro), il prezzo è in assoluto il più alto di sempre per una console della grande N, GameCube, Game Boy Advance, Wii e DS avevano un prezzo di lancio decisamente inferiore.
Non dobbiamo dimenticare però che il costo finale è influenzato da tantissimi altri fattori, come le spese per il marketing, ricerca e sviluppo, assemblaggio e distribuzione, solamente per citare alcuni costi che fanno lievitare il prezzo al pubblico.
Oltretutto Nintendo ha scelto di non vendere la console sottocosto (stessa decisione presa per il Wii), al contrario di quanto ha sempre fatto Microsoft con Xbox ed Xbox 360, per esempio. Sony sta ancora pagando a caro prezzo la decisione di vendere PlayStation 3 e PSP in perdita, dopo quasi cinque anni le console non sono riuscite a generare utili per ripagare le spese di sviluppo e produzione.
Nintendo ha scelto di guadagnare denaro da ogni singola console venduta, anzichè piazzare l’hardware in perdita e sperare poi di rifarsi con i guadagni provenienti dal software. Per alcuni si tratta di una scelta sbagliata nei confronti dei consumatori (Nintendo guadagna sia dal software che dall’hardware) ma non dobbiamo dimenticare che Microsoft e Sony possono comunque trarre enormi guadagni da altri settori, mentre Nintendo produce solamente console e videogiochi, e questo è l’unico modo “sensato” per non avere bilanci negativi.
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leo 4 Giugno 2011 il 10:00
Ecco perchè ci si può trovare con un pò di culo il 3ds (praticamente nuovo) a 100 euro..