Dopo il tragico report finanziario presentato nella giornata di ieri (solo 700.000 3DS venduti in tre mesi), le azioni Nintendo sono crollate del 21% alla borsa di Tokyo. Il presidente onorario del gruppo, Hiroshi Yamauchi, detentore della maggior parte del pacchetto azionario, ha perso oltre 500.000 dollari.
Proprio per rimettere in sesto i conti Nintendo ha annunciato che dal 12 agosto il 3DS subirà un pesante taglio di prezzo in tutto il mondo, con l’obiettivo di far aumentare le vendite della console.
A quanto pare però questa operazione non genererà profitti di alcun tipo, anzi, sembra che Nintendo venderà l’hardware in perdita, come ai tempi di Nintendo 64 e GameCube. I costi di produzione della console sono fissati a circa 100 dollari, senza contare le spese di marketing, assemblaggio e distribuzione. Il 3DS sarà venduto a circa 150 euro, il prezzo di vendita finale con ogni probabilità è inferiore rispetto al costo di produzione.
Per Microsoft e Sony vendere hardware in perdita è una cosa normale, mentre Nintendo, col Wii, è riuscita a guadagnare per ogni singolo pezzo venduto dal 2006 ad oggi. Stesso discorso per il DS, una console che ha generato profitti astronomici in sei anni di vita. Per il 3DS a quanto pare non sarà così.
La situazione del Nintendo 3DS appare davvero drammatica, la console non ha sfondato in nessuno dei principali mercati, addirittura in Giappone sono stati venduti un milione di pezzi nel giro di sei mesi, certo non un buon risultato, se consideriamo che 400.000 unità sono andate esaurite nel giorno del lancio.
Titoli attesissimi come The Legend Of Zelda Ocarina Of Time 3D e Resident Evil The Mercenaries 3D non sono stati capaci di risollevare le vendite della console sul lungo periodo, sorte che probabilmente toccherà a giochi come Super Mario 3D Land e Mario Kart 3DS, entrambi in arrivo giusto in tempo per Natale.
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