Il fenomeno della pirateria è senza ombra di dubbio un grave disagio per il mondo videoludico. Per fortuna le console di nuova generazione, o quanto meno alcune di esse, non hanno avuto i grossi problemi di pirateria di cui hanno sofferto tutte le sorelle maggiori nella precedente generazione disponibile sul mercato: è innegabile insomma che il grande successo della Playstation 2 fosse dovuto anche alla facilità di modificarla e di acquistare giochi falsi.
Scaricare illegalmente è poi un altro annoso problema, non soltanto per la comunità videoludica che così potrà contare su scarse entrate e ridotti fondi di investimenti per proporre nuovi progetti e continuare saghe già in attivo, ma anche per quello musicale che è ormai un mercato in continua evoluzione proprio per risolvere questo disagio. C’è però chi ci vede anche del buono e a parlare è una stella che soprattutto nell’ultimo anno ha brillato con molta luminosità.
Si parla di Mikael Hed, un nome che forse a qualcuno non vi dirà nulla, ma ve lo presentiamo subito. Si tratta del CEO di Rovio Mobile, ovvero quella casa di sviluppo che ha lanciato sul mercato la gallina dalle uova d’oro più recente, ovvero il pennuto arrabbiato più lanciato della storia del videogioco: il protagonista di Angry Birds. Fiero dei grandi risultati ottenuti, Hed ha spezzato quasi una lancia a favore della pirateria.
Non bisogna vedere i giocatori come acquirenti, ma come fans e ben venga anche la copia illegale del gioco o il merchandising ispirato ad Angry Birds contraffatto proveniente dai paesi orientali perché si tratta comunque di pubblicità, di continuo parlare di un dato prodotto tra gli appassionati che continuano a crescere. Questo meccanismo a quanto pare funziona visti i grandi risultati ottenuti dalle varie versioni di Angry Birds vendute di recente.