Madworld e il flop di vendita, la violenza non paga più?

di Redazione 1


Secondo voi un gioco come Mortal Kombat, senza l’alto tasso di violenza pressochè gratuita e tutti i litri di sangue che vengono sparsi per le arene di gioco durante i combattimenti, riuscirebbe ad avere lo stesso fascino e lo stesso successo che ha ottenuto negli anni con i vari titoli che compongono l’intera saga? Senza le spietate fatality, Scorpion e Sub Zero sarebbero ancora così famosi ed amati dal pubblico videoludico?

Tra chi dirà si e chi dirà no probabilmente la verità sarà nel mezzo perché è ingiusto vietare a prori la violenza all’interno dei videogiochi se il titolo può beneficiarne, ma al tempo stesso non bisogna strafare visto che ciò non solo è deleterio per la giocabilità in sé che finirà per contare più sugli ettolitri di sangue versato che sulla vera tecnica, ma ciò desterebbe anche i classici ben pensanti e le associazioni a difesa di minori che storceranno il naso.


Ma Mortal Kombat è solo una delle vittime di questo problema visto che più di recente, a fare la sua comparsa nel mondo delle console c’è stato Madworld, un titolo molto atteso perché presenta una grafica particolarissima che fa un uso praticamente esclusivo del bianco e nero, permettendo la presenza soltanto di un terzo colore, il rosso per rimarcare la grande presenza di sangue all’interno del gioco, tra seghe elettriche in movimento e nemici distrutti.

Il gioco sulla carta sembrava davvero interessante e poteva essere divertente eliminare i nemici in modo particolarmente cruento, ma pare che i dati di vendita americani non siano per niente confortevoli. Durante il mese di marzo infatti, Madworld pare che abbia venduto negli Stati Uniti appena 66000 copie mentre, tanto per fare un paragone, The House of the Dead Overkill soltanto al suo lancio ne ha vendute 45000. Che la violenza abbia smesso di pagare?

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