Rare, lamentele sulla visibilità del marchio

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Capita spesso che una casa di sviluppo si fossilizzi su un determinato genere perché il gruppo di lavoro potrebbe essere formato da una team di specializzati addetti al settore ben organizzati sull’elaborazione di prodotti di una tipologia in particolare o ancora perché dopo il grande successo di un dato gioco, si è ben pensato di restare sulla stessa barca e di non abbandonare la gallina dalle uova d’oro che tanto denaro e tanta fama ha inaspettatamente portato.

Molti sarebbero gli esempi che si potrebbero fare, principalmente la Square-Enix che, diremo noi per fortuna, si è praticamente arenata nel settore dei giochi di ruolo sfornandone di bellissimi ed alimentando le varie saghe che ben conosciamo. Ma ci sono anche molte altre software house che non si limitano a creare giochi appartenenti ad un unico genere, ma che spaziano su più fronti, spesso azzeccando il modo giusto di lavorare anche prodotti totalmente differenti.


E’ il caso della Rare, la storica compagnia di videogiochi che dal 1982 ha immesso sul mercato un buon numero di titoli di vario genere, spaziando dai frenetici picchiaduro dotati anche di alcune trovate originali fino alle avventure simpaticissime e colorate, passando per i platform, in special modo quando il 2D regnava sovrano e l’indimenticabile scimmione noto come Donkey Kong appartenente alla cricca di Mario, faceva furore su console.

Recenti sono delle lamentele della compagnia riguardo la visibilità del marchio. Infatti dopo un grande successo negli anni passati, è da un po’ che la Rare viene offuscata da altre compagnie nonostante la preziosità di alcuni recenti lanci, come Viva Pinata nelle varie versioni. Qualcosa potrebbe migliorare con l’ingresso in qualità di direttore creativo per la Microsoft di Peter Molyneux, uno dei più ammirati professionisti del settore: noi ce lo auguriamo.

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