L’abbiamo più volte detto e scritto dopo un’attenta riflessione: il mondo dei videogiochi, dall’inizio della sua affermazione come forma di intrattenimento si è fortemente evoluto accalappiando l’attenzione di numerosissime persone ormai diventati adepti di una forma di divertimento praticamente inesauribile vista la grande vastità di titoli disponibili per ogni console e la grande scelta di generi diversi per ogni macchina da gioco.
Si sono anche aperte le porte per veri e propri nuovi generi che, magari per limiti tecnici, non hanno mai visto la luce sulle console di una volta. Un esempio classico può essere quello delle simulazioni di vita, un po’ come The Sims, che ci permettono di avere un vero e proprio omino da comandare e far vivere ottenendo così una casa, un lavoro, degli affetti e coccolandolo e viziandolo stando attenti a non fargli mancare i beni di prima necessità.
Una nuova evoluzione per questo genere è arrivata dai PC dove è nato il mondo virtuale, esteso e sconfinato di Second Life, un vero e proprio mondo parallelo al nostro che ormai conta un numero spropositato di iscritti. Second Life non può essere considerato un vero e proprio videogioco quanto più una vera e propria vita parallela, un mezzo con cui effettuare delle esperienze diverse da quelle di tutti i giorni e conoscere nuovi amici.
Molto si è detto e scritto su Second Life, nel bene e soprattutto nel male, come l’articolo di Alexandra Alter sul Wall Street Journal che parlava di un uomo capace di stare 20 ore al giorno su Second Life ignorando la sua vita vera. Da quest’articolo pare che nascerà un film diretto da Gore Verbinski, il regista della saga dei Pirati dei Carabi. La pellicola partirà dalla riflessione su quell’articolo per raccontare il modo di vivere virtualmente. L’idea ci incuriosisce, staremo a vedere.