Fable: The Journey è il particolare spin-off della saga di action-RPG dedicato espressamente a Kinect, che è stato criticato all’E3 2011 di Los Angeles, in occasione della sua prima presentazione, a causa di una struttura di gioco fin troppo semplicistica e lineare. Il direttore creativo Gary Carr non ci sta e difende il progetto, asserendo che in fondo qualsiasi titolo viaggia su binari predefiniti.
Intervistato dal prestigioso portale ComputerandVideogames.com, Carr esprime il suo concetto in maniera abbastanza chiara:
Fable: The Journey su binari? Quello che dici è interessante, considerato che ogni singolo gioco è basato su binari predefiniti. Sono in grado di segnare un gol fantastico in FIFA solo se premo determinati pulsanti nel giusto ordine al momento esatto, seguendo quindi un percorso predefinito. La verità è che siamo stati vicini dal cancellare definitivamente quanto avevamo mostrato all’E3 2011, ma alcuni del team hanno cercato di mantenerlo. La struttura On-Rails è fondamentale per far sì che il gioco funzioni davvero bene. Stiamo costruendo un titolo basato sulla storia, con un mondo ben fatto, una narrazione potente e un’ottima grafica. Non stiamo pasticciando con i sistemi di controllo alternativi.
Il parallelismo con FIFA può essere oggettivamente esagerato e di parte, e apparire come una bella arrampicata sugli specchi. Non bisogna però sottovalutare la visione del team di sviluppo, che evidentemente è convinto come la struttura su binari sia assolutamente la migliore per far funzionare al meglio Fable: The Journey.
E poi non si capisce perché vengano giustificati e lodati prodotti come Heavy Rain, il quale oltre ad offrire una trama ricca di falle e incoerenze lascia al giocatore pochissime possibilità dal punto di vista del gameplay, quando si spara a zero nei confronti di The Journey che, è chiaro, può anche essere la delusione di quest’anno, ma è sempre meglio giudicare un prodotto nella sua interezza, prima di sparare su una semplice versione dimostrativa.
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