Nella notte del 30 marzo, la piccola Shizuku Tanaka è stata ritrovata morta all’interno di un sacco per la spazzatura a Osaka, in Giappone. La bambina di appena tre anni aveva mani e piedi legati da un nastro ed era stata rinchiusa in un sacco per l’immondizia, il quale era a sua volta bloccato completamente da un laccio.
Ad aver compiuto il terribile gesto pare sia stata la madre ventiseienne che si sarebbe poi giustificata con gli inquirenti dichiarando che la figlia era troppo rumorosa mentre lei giocava ai videogiochi.
“Shizuku era troppo rumorosa mentre giocavamo“, ha detto. “Anche se la invitavamo a smettere, lei continuava così l’abbiamo rinchiusa in un sacco”. Secondo quanto riporta il Nikkei, Tanaka ha inoltre affermato che la bambina aveva gettato la loro macchina da gioco ed altri importanti oggetti nella spazzatura.
La madre parla al plurale perché non ha agito da sola. Il suo fidanzato, un giovane di 20 anni conosciuto lo scorso anno in un sito di incontri, le ha infatti dato una mano a legare gli arti della piccola e infilarla così in un sacchetto di plastica. Secondo il referto dell’autopsia, Shizuku è morta di soffocamento. La madre ed il compagno sono adesso in custodia presso le forze dell’ordine locali, sebbene dichiarino che non era loro intenzione uccidere la bambina. Diversi conoscenti descrivono però la donna come una “madre demone”.
Di fronte a fatti come questo l’unica cosa da fare come sempre è fermarsi e riflette, magari cercando di capire con quale coraggio si possa affermare che l’intenzione non era quella di ucciderla. È certamente una pratica usuale punire i propri rumorosi figli legandogli braccia e gambe ed infilarli all’interno di un sacco di plastica, no? E tutto perché inoltre Shizuku disturbava le sessioni sue e del fidanzato ai videogiochi, palesando anche un grosso disinteresse verso la bambina. Non tutti sono meritevoli e capaci di avere figli, la signora Tanaka ora ne sarà consapevole.