Koji Taguchi, produttore di Square-Enix, ha parlato ai microfoni di VG247 riguardo la crisi dell’industria dei videogiochi nipponica. La società è molto scontenta per l’attuale condizione del mercato, i publisher giapponesi tradizionali, come Konami e Capcom, per esempio, non hanno mostrato praticamente nulla di nuovo all’E3 di Los Angeles.
Anche la stessa Square-Enix ha presentato praticamente un solo titolo (Final Fantasy 13-2), Taguchi ammette che il publisher deve ringraziare Eidos per aver presentato titoli come il nuovo Tomb Raider (acclamato da pubblico e critica), Hitman Absolution e Deus Ex Human Revolution.
Solo grazie a Eidos abbiamo salvato la faccia, queste le parole di Koji Taguchi, parole forti, forse, ma che dipingono una situazione semplicemente imbarazzante per l’industria nipponica, da anni in crisi di idee.
Negli ultimi anni gli studi americani ed europei hanno creato titoli Tripla A capaci di attirare milioni di persone, brand come Dead Space, God Of War, Modern Warfare, Gears Of War, Grand Theft Auto ed Assassin’s Creed, solo per citarne alcuni, hanno messo in ginocchio l’industria nipponica, ormai ferma al palo.
Molti sviluppatori giapponesi hanno espresso preoccupazioni simili, addirittura Keiji Inafune ha lasciato Capcom lo scorso novembre, criticando il fatto che la società si dimostra poco aperta al mercato occidentale, nonchè all’innovazione, visto che la maggior parte dei soldi vengono spesi per remake e sequel anzichè su IP nuove.
Capcom ha saputo rinnovare alcune serie, come Street Fighter per esempio, mentre ha floppato con prodotti come Bionic Commando e Dark Void, persino Resident Evil naviga in cattive acque, dopo il mezzo passo falso fatto con il quinto episodio. Anche Konami, altro publisher storico, non vive proprio momenti indimenticabili, solo Castlevania Lords Of Shadow ha ottenuto un certo successo negli ultimi mesi mentre Pro Evolution Soccer è caduto in un limbo dal quale difficilmente riuscirà ad emergere. Stessa situazione per Namco-Bandai, se escludiamo rare eccezioni come Enslaved, che però non ha riscosso il successo sperato.
Square-Enix praticamente vive solamente grazie a Final Fantasy e Dragon Quest, Taguchi ha ragione a lamentarsi, ma la sua società non è esattamente conosciuta per le innovazioni. L’industria giapponese deve assolutamente svegliarsi da questo torpore, prima che sia troppo tardi.