Non è ancora il tempo di PlayStation 4. Shuhei Yoshida, capo dei Sony WorldWide Studios, lo ha riaffermato durante un’intervista concessa al portale Eurogamer, spiegando che si comincerà a pensare al nuovo hardware solo quando gli sviluppatori non riusciranno a migliorarsi con PlayStation 3.
“Facendo un discorso puramente incentrato sul ciclo vitale di una piattaforma, quando gli sviluppatori non sono capaci di fare ancora di meglio con un sistema, allora è chiaro che bisogna seriamente considerare un passaggio alla prossima generazione”, ha spiegato.
“I giocatori hanno sempre bisogno di qualcosa di nuovo e più eccitante. Se ci fossero giochi troppi simili tra di loro nel corso degli anni, potrebbero perdere interesse. In merito a ciò, quando si vedono nuovi giochi arrivare su PS3, sia tradizionali sia compatibili con PlayStation Move, capisci che c’è ancora qualcosa che può essere fatto su questa piattaforma”, ha aggiunto.
Per quanto riguarda il discorso “prossima generazione”, l’unica certezza è al momento rappresentata da Nintendo, che durante l’E3 2011 di quest’anno ha ufficialmente tolto il velo sul Wii U, successore del semi-omonimo Wii che debutterà proprio durante il 2012, dando di fatto inizio alla nuova generazione. Per quanto riguarda Microsoft, le dichiarazioni ufficiali di Redmond fanno pensare che non sia ancora arrivato il momento della futura Xbox, considerato anche l’ottimo momento di Xbox 360 donato dal recente lancio di Kinect. Ma alcune indiscrezioni giurano che l’hardware è praticamente quasi definito, e la Xbox 720 (o come si chiamerà) sarà presentata ufficialmente durante l’E3 2012 del prossimo anno.
Sony fa capire che potrebbe essere ancora presto per la PlayStation 4, ma certo se anche Microsoft dovesse fare la sua mossa per la prossima generazione, allora i vertici della compagnia giapponese non possono ignorare, come fatto ai tempi di PlayStation 3, l’evolversi del mercato altrimenti ci sarebbe il rischio di partire enormemente in ritardo per la seconda generazione consecutiva, con effetti dannosi chiaramente a lungo andare.