In questo post vogliamo approfondire un argomento spinoso per molti videogiocatori, ma che, nonostante le critiche, interessa il futuro (ed anche il presente) del nostro amato settore. La distribuzione digitale dei videogiochi non ha ancora preso piede definitivamente, eppure il giro di affari dietro ai giochi distribuiti in formato digitale è veramente enorme.
Pensiamo ad esempio al mercato PC. Le vendite dei giochi fisici ristagnano, eppure Steam, la piattaforma Valve per la distribuzione di giochi in formato digitale, riscuote un gran numero di consensi e registra ogni anno numeri sempre più grandi.
Altro ottimo esempio di distribuzione digitale è App Store. Sono tantissimi i giochi per iPod, iPad ed iPhone venduti quotidianamente sullo store virtuale di Apple. Merito dei prezzi abbordabili (si trovano milioni di giochi gratuiti oppure con prezzo fissato a 79 centesimi) e della semplicità di utilizzo del sistema.
Eppure, sulle nostre amate console le cose non funzionano altrettanto bene, è innegabile. Microsoft ha dato il via qualche anno fa al download dei giochi su console con il servizio Xbox Live, tra lo scetticismo generale dei consumatori e degli addetti ai lavori. Ad oggi, possiamo dire che l’esperimento è riuscito, seppure in parte. I giochi arcade vendono bene (il prequel di Dead Rising 2, Case Zero, ha venduto 300.000 copie virtuali in pochi giorni) nonostante i prezzi non sempre contenuti, mentre i giochi Xbox ed Xbox 360 proposti in formato digitale non hanno ottenuto il successo sperato. Il motivo? Sicuramente è da ricercarsi nel prezzo, in molti casi pari, se non superiore, alla versione scatolata del titolo.
Sony invece si è mossa in ritardo in questo settore, ottenendo risultati altalenanti. PlayStation Network è una buona vetrina per gli sviluppatori indipendenti, eppure molti giochi pubblicati su PSN vendono poco, pochissimo, tranne rari casi, come Joe Danger o Super Stardust HD. L’esperimento PSP Go! invece si è rivelato un vero e proprio flop.
La nuova versione della console portatile Sony ha eliminato il supporto ai dischi UMD, i giochi si possono scaricare esclusivamente dal PSN. Ma i consumatori non hanno gradito, e la console rimane sugli scaffali dei negozi. Anche in questo caso la colpa è da ricercarsi nei prezzi. Le versioni digitali dei giochi costano esattamente quanto le controparti in scatola, ed i consumatori sono poco disposti a pagare 30-40 euro per avere in mano un file digitale…
Per quanto riguarda Nintendo, invece? La casa di Kyoto non ha mai creduto nel dowload digitale, e lo ha sempre detto piuttosto chiaramente. Le piattaforme di distribuzione WiiWare e DSiWare non hanno mai spiccato il volo e questi servizi sono utilizzati solamente da una minima parte degli utenti Nintendo. E pensare che i possessori di Wii e DS sono milioni e milioni…
In conclusione, al termine di questa lunga analisi, possiamo dire che il digital download rappresenta al momento una ottima oppurtunità per gli sviluppatori minori, che possono pubblicare giochi a costi molto contenuti, guadagnando al contempo abbastanza soldi.
Continuando così però difficilmente il digital delivery diventerà uno standard per l’industria. I prezzi devono necessariamente calare, è un passo indispensabile per il successo di questa via di distribuzione. In Italia (e in molti altri paesi del mondo) ci scontriamo poi anche con problema non di poco conto, ovvero la scarsa diffusione delle linee ADSL veloci, indispensabili per scaricare decine di GB dalla rete. Ma questo è proprio un altro argomento…
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