Nel mondo dei platform di una volta, regno incontrastato in cui due pilastri del settore come Mario e poi Sonic battagliavano furiosamente a suon di seguiti delle avventure principali, fiorirono un bel po’ di personaggi e di situazioni che prendevano spunto proprio dai due inconfondibili emblemi del genere. Insomma ecco spuntare come se niente fosse pallottole di gelatina pronte a cambiar forma, scoiattoli armati di ghiande o personaggi dei cartoni animati presi in prestito dal regno videoludico.
Insomma ognuno poteva trovare qualcosa di adatto al proprio gusto, dalle vaghe tinte horror di alcuni platform dotati di ambientazioni un po’ oscure oppure, come per la maggior parte degli esponenti di questo genere, caramellose ambientazioni al servizio di protagonisti, spesso animali antropomorfi, pronti a soddisfare missioni tra le più disparate. Che ne direste invece di conoscere meglio qualcosa di diverso come Realm?
Il gioco si poneva a metà strada tra il platform nel senso più classico del termine, con la classica andatura a scrolling orizzontale, ed un vero e proprio sparatutto tradizionale ma, al posto della solita astronavina vagante nello spazio interstellare, si aveva alla guida un cyborg scelto per compiere una missione parecchio stereotipata, ma sempre pronta a soddisfare il giocatore di turno: insomma avrete capito che ancora una volta la Terra era quasi distrutta.
Una temibile minaccia aliena infatti, posta nel futuristico anno 5069, aveva annientato il suolo terrestre in cerca di dominio e così la salvaguardia del nostro pianeta finisce nelle mani di un cyborg armato di pistole laser e pronto ad annientare la minaccia nemica. Enfatizzando il lato sparatutto, l’arma del protagonista poteva ampliare di molto la sua potenza e il raggio d’azione, sparando a più non posso sui vari nemici. Un buon uso di un’ottima grafica fece di Realm un titolo senz’altro da tenere d’occhio.