L’ambientazione spaziale è sempre stata una di quelle maggiormente utilizzate nel mondo dei videogiochi. Il richiamo stellare è senza dubbio molto affascinante visto che l’uomo da sempre si è posto la domanda di quello che potrebbe esserci oltre quella coltre di costellazioni che sono facilmente visibili anche ad occhio nudo durante una delle serate estive tra le più chiare, e così la fantasia ha cominciato a fantasticare proprio riguardo qeust’argomento.
Non soltanto la presenza di alieni più o meno amichevoli, ma anche una stessa vita sulle stelle è stato il pretesto per la creazione di molti romanzi fantascientifici, film e serie tv, nonché, per l’appunto, videogiochi legati a questo tema. L’uomo in un futuro non meglio precisato sarà capace di colonizzare nuovi pianeti per garantire la propria sopravvivenza e così le frequenti guerre avverranno proprio con lo sfondo spaziale, proprio come accadde in Target Earth.
Chi ha qualche annetto in più sulle spalle probabilmente potrebbe ricordare su Super Nintendo questo titolo d’azione che vede come sua location principale proprio uno scenario puramente spaziale, con un cielo scuro e tante stelle ravvicinate. Il nostro alter ego virtuale, in questo caso, è una sorta di robot antropomorfo, un cosiddetto mobile suit, un po’ come un Gundam per gli appassionati di animazione nipponica e di manga.
Il suo compito era ovviamente quello di arrivare indenne all’ultimo livello di gioco in una struttura ovviamente bidimensionale, quasi avvicinabile allo standard classico dei platform dell’epoca, anche se era totalmente assente l’effetto caramelloso di un Mario Bros ed era invece garantita presenza massiccia di missili ed armi da fuoco di vario tipo. Target Earth risultava insomma godibili per gli amanti del genere e per chi aveva sempre la testa oltre le nuvole.
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