Ora che l’estate è finalmente sbocciata, quanto è bello sdraiarsi sulla spiaggia o su un bel prato e guardare in alto, su nel cielo che vedremo, grazie alla serenità e alla limpidezza del periodo, ricoperto di un luminoso manto di stelle. Panorama perfetto per far colpo su qualcuno, per tirar fuori il nostro lato romantico o semplicemente per ammirare le costellazioni esistenti, ma pensate se tutto questo, a causa di un malvagio intergalattico, non fosse più possibile…
E’ esattamente ciò che accade in Tinhead, un simpatico platform che arrivò ad alimentare la già vasta collezione di giochi appartenenti a questo genere su Sega Mega Drive, offrendo non soltanto un valido esponente del genere, ma arricchendolo di una certa attinenza anche con le avventure grazie all’alto grado di esplorazione di ogni livello, il tutto condito con una grafica che ricorda un po’ la saga di Sonic e proprio per questo decisamente interessante.
Il gioco ci mette nei panni proprio di Tinhead, una specie di robotico agente dell’universo che ascolta il richiamo di una particolare stazione spaziale che lancia un allarme: il malefico goblin spaziale Grim Squidge infatti ha rubato tutte le stelle e le ha sparse su alcuni pianeti. Sarà ovviamente compito nostro quello di visitarne il più possibile per recuperare quei luminosi puntini che donano tanta ricchezza al cielo notturno e allo spazio intero.
La struttura di gioco ricorda i classici titoli del genere e l’arsenale offensivo del nostro protagonista è composto da 3 direzioni di fuoco che partono direttamente dalla testa metallica di cui è dotato. L’elemento robotico è trattato con molta ironia vista la simpatia anche dei nemici ed una presenza di colori brillanti nonostante il tutto sia tappezzato di fantascienza, cultura spaziale e robot. Tinhead risulta quindi un gioco simpatico nonché una valida alternativa ai classici del settore.
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