Giochi della memoria, Weaponlord

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Al giorno d’oggi il mondo del picchiaduro è sicuramente tra i più brillanti ed apprezzati di tutto il panorama videoludico internazionale, grazie alla piega presa ormai diverse stagioni fa che ha suddiviso i giocatori in due fazioni ben distinte, ovvero quelli che con accanimento difendono ancora a spada tratta l’uso imperante del 2D all’interno di questo genere e chi invece rivolge la propria attenzione esclusivamente alla modernità del 3D.

Esempi da fare ce ne sono molti, tra cui gli emblematici Street Fighter e Tekken che si incontrano anche in un folle progetto gemello da parte di Capcom e Namco-Bandai, le rispettive madri, ma se vogliamo scavare tra gli episodi più violenti non può mancare all’appello Mortal Kombat, principe delle fatality più cruente e di sangue che scorre a fiumi anche solo per un pugno. Alla stessa scuola apparteneva anche Weaponlord che magari molti di voi non conosceranno.


Nel periodo in cui i picchiaduro a scorrimento letteralmente spopolavano grazie ad alcuni capisaldi ancora oggi immortali per gli appassionati del genere ormai scomparso, erano pochi gli esempi di picchiaduro ad incontri come siamo abituati a vederli oggi. Con la consapevolezza di acquistare un gioco del genere non con meno di una trentina di lottatori disponibili, farà ridere la scarsità del cast di Weaponlord con soli sette combattenti ispirati dalle tipiche atmosfere fantasy.

Per la maggior parte bruti guerrieri e muscolose valchirie, i personaggi selezionabili in questo picchiaduro si somigliano un po’ tutti fra loro, ma i veri amanti dello splatter non hanno potuto fare a meno di godere ad ogni minimo attacco andato a buon fine con le affilate armi da taglio in possesso di ogni lottatore, per i litri di sangue virtuale versati ad ogni scontro. Insomma una perla rara per l’epoca, ma il vero fantasy di Weaponlord in un picchiaduro di oggi non si è ancora visto.

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