Quante volte, prima di addormentarci, ci avranno letto le avventure di Alice, la tenera bambina dai lunghi capelli biondi che si ritrova, vittima della sua curiosità, a valicare il confine verso il paese delle meraviglie e di scoprire così un mondo incantato in cui il surreale è di casa e buffi personaggi, a volte divertenti, altre volte dannatamente inquietanti, si aggirano indisturbati tra boschi abitati da palmipedoni o castelli nelle mani di arcigne regine di cuori?
Moltre altre volte ci sarà capitato di vedere il lungometraggio animato di Walt Disney in cui il brucaliffo, la stramba accoppiata di gemelli Pinco Panco e Panco Pinco e molti altri deliziosi protagonisti, hanno rappresentato un grande interesse da parte nostra. Come non innamorarsi poi del furbo stregatto, così come non correre dietro il bianconiglio, personaggi che è stato di sicura ispirazione per il protagonista di Whizz.
Andate indietro con la memoria fino ad arrivare alla metà degli anni ’90 in cui le console a 16 bit di Sega e Nintendo rivaleggiavano forsennate sul mercato e i platform rappresentavano un emblema delle cartucce da spararsi contro a suon di esclusive. Un titolo un po’ più particolare del solito platform fu proprio Whizz nel quale si prendeva il comando di un buffo coniglio, molto veloce e scaltro, che ricorda moltissimo proprio le sembianze del bianconiglio di Alice.
Niente a che fare però con Mario, Sonic o con la miriade di personaggi che rappresentavano i protagonisti dei platform di una volta visto che in Whizz la struttura di gioco era in una sorta di 3D isometrico e l’azione era miscelata sapientemente con numerosi puzzle da risolvere, tra piattaforme da attivare, pulsanti da premere e vorticosi attacchi con cui far fuori i numerosi e pericolosi nemici. Whizz rappresentò una simpatica variante sul genere dei platform, ripescandone però le tipiche ambientazioni.