Prendiamo in esame un gioco in particolare che ha fatto impazzire gli appassionati di videogiochi di tutto il mondo per un elemento essenziale che ha finito per contraddistinguere questo titolo da tutti gli altri presenti nella categoria a cui appartiene. Si tratta di un picchiaduro, tutto sommato come tanti altri, con una scelta di personaggi varia e nemmeno troppo originale, ambientazioni alquanto cupe e tenebrose e, appunto, un elemento ricorrente ad ogni titolo.
Forse avrete capito che il titolo che stiamo prendendo in esame ha il nome di Mortal Kombat, il gioco che dopo aver impressionato tutti ha generato una sfilza di capitoli più o meno ufficiali, mantenendo inalterata la tipica caratteristica che l’ha reso famoso in tutto il mondo, ma anche particolarmente criticato. Sapete tutti insomma che Mortal Kombat è sinonimo di violenza visto l’alto tasso di splatter che ogni episodio contiene.
Tra teste mozzate, arti che possono essere staccati, avversari che precipitano vorticosamente da un ponte per andare a sbattere contro delle punte acuminate che lo infilzano toccando il fondo di un profondo burrone e così via, senza badare ai litri di sangue che i protagonisti, anche con un semplice pugno o con un calcio volante, finiscono per generare sullo schermo, dando a Mortal Kombat il primato come videogioco tra i più violenti mai pubblicati.
I capitoli successivi di Mortal Kombat potrebbero in futuro non essere distribuiti in Germania a causa di una restrizione che potrebbe essere approvata. Il ministero degli interni ha infatti proposto di bloccare la distribuzione in territorio tedesco di videogiochi particolarmente violenti, in quanto molti dei recenti episodi di bullismo e di violenza risultano essere stati fomentati da giochi troppo sanguinosi e mentalmente pericolosi. Questa forma di censura potrebbe davvero servire a qualcosa?