Sembra inutile ormai insistere su una goccia che fa ogni volta traboccare un vaso ricolmo di ingiustizia e di attese perenni da parte di noi poveri giocatori occidentali che siamo costretti, praticamente ad ogni golosissima uscita di un titolo prodotto e sviluppato nell’affascinante paese del sol levante, ad attendere i classici tempi biblici per poter mettere le mani su un titolo nuovo di zecca, quando invece i nostri colleghi dagli occhi a mandorla possono usufruirne subito.
Questo è un problema che ci portiamo dietro da tanto e che si ostina a ripetersi con grande frequenza, spesso non permettendo addirittura ad alcuni titoli particolarmente promettenti, l’uscita in una versione maggiormente comprensibile. Per fortuna però, passati i classici mesi di attesa, il gioco che tanto si fatto desiderare a noi ci arriva tra le mani, spesso, con una buona dose di extra pensata proprio come risarcimento per l’antipatica attesa.
Ecco quindi nuovi personaggi che spuntano all’orizzonti, modalità di gioco aggiuntive, nuovi livelli o aree di gioco da esplorare e così via, ma a quanto pare qualcosa non ha funzionato per quanto riguarda uno dei giochi della Sega più attesi dell’anno appena trascorso. Infatti come ben saprete i giocatori giapponesi già da un anno buono sono alle prese con tutte le emozioni che un gioco come Yakuza 3 può regalare, e noi invece lo abbiamo atteso fino ad ora.
Per fortuna ora possiamo andare nel nostro negozio di fiducia ed acquistarlo, ma al posto dei soliti extra che potevamo aspettarci, al contrario, molto è stato tagliato nella versione occidentale. Non solo il linguaggio non è doppiato almeno in inglese, ma molte side quest e minigiochi presenti nell’originale nipponico sono misteriosamente spariti nella versione giunta fino a noi, senza citare le intrattenitrici nei bar che non appaiono nemmeno. Qui si esagera.
