Yu Suzuki riduce il suo potere all’interno della Sega

di Redazione Commenta


Capita molto spesso nel mondo dei videogiochi che un dato titolo riesca ad avere un grandissimo successo e possa entrare nell’olimpo dell’intrattenimento videoludico grazie alla brillante idea di un nutrito team di sviluppo che ne ha subodorato le portentose qualità, ma capita anche che a pensare, lavorare e realizzare a tutti gli effetti un gioco, oltre alla programmazione eseguita da un team di esperti, ci sia una mente unica ed inconfondibile.

Per esempio uno dei maestri nell’arte del videogioco a cui dobbiamo una vastissima schiera di capolavori arrivati nell’arco delle varie ere videoludiche, è sicuramente Yu Suzuki, una perla rara nell’industria giapponese del videogioco che ha impreziosito varie console con i suoi incredibili titoli. Suzuki è infatti padre di una serie di giochi che molto probabilmente faranno bella mostra di sè all’interno della nostra collezione privata.


Ognuno sembra appartenere ad un genere diverso, senza mai poter criticare Suzuki per essersi fossilizzato su un dato filone. A lui dobbiamo la nascita di capolavori del passato come l’indimenticabile OutRun, o ancora ad altre icone del passato come lo sparatutto spaziale Space Harrier o al mitico Afterburner che ci metteva al comando di un aereo quando ancora le simulazioni tardavano ad arrivare.

Non dobbiamo dimenticare anche titoli relativamente recenti come la saga di Virtua Fighter che ha rivoluzionato il mondo dei picchiaduro o Shenmue, una vera e propria esperienza di vita. Ebbene nonostante i suoi successi, forse per limitare le sue responsabilità all’interno della Sega, marchio a cui è indissolubilmente legato, Yu Suzuki ha abbandonato il suo trono ritagliandosi un posto nella compagnia più limitato. Che ne sarà dei suoi pargoli videoludici è ancora un mistero.

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