Retrode 2 con supporto per le cartucce SNES e Mega Drive

Anche se oggi siamo sommersi da videogame spettacolari, in grado, in taluni casi, di oscurare il più grande dei kolossal hollywoodiani, chi ha avuto la fortuna di provare vecchie console come il Super Nintendo e il Mega Drive è ancora suscettibile (molto suscettibile) al fascino dei giochi pubblicati su quelle mitiche piattaforme.

A questi utenti, e magari ai giovani appassionati di videogaming che vogliono ripercorrere le orme videoludiche dei fratelli più grandi, è destinato il Retrode 2, un nuovo device USB che permette di giocare alle cartucce originali di Mega Drive e Super NES tramite un’emulatore sul PC.

Giochi della memoria, Cosmo Police Galivan


Quante cose sono cambiate da quando i giocatori tra di voi con più anni di carriera muovevano i primi passi nel mondo videoludico, quando quest’ultimo ancora non era di dominio così pubblico come oggi. In questo periodo è facile vedere su una qualunque delle console casalinghe attualmente in commercio dei titoli che fanno letteralmente gridare al miracolo per quanto riguarda la bontà grafica e il grande impatto con una trama degna di un film da Oscar.

Personaggi decisamente accattivanti riescono a raccogliere una notorietà così profonda da riuscire ad essere riconoscibili persino ad un pubblico non necessariamente avvezzo alle nuove tecnologie e all’universo del controller, senza parlare delle avveniristiche ambientazioni che spesso fanno da sfondo alle azioni di gioco sempre più complesse e studiate. Diverso il discorso per i classici del passato, proprio come Cosmo Police Galivan.

Giochi della memoria, Psycho Dream


Il termine futuristico può aprire spiragli che sono in grado di lasciarci immaginare pressoche qualunque cosa, lasciando ampio spazio alla nostra fantasia o a quella di personaggi importante nel mondo della comunicazione, del cinema, della televisione, che negli anni ci hanno mostrato e raccontato storie che potessero appartenere a scenari catapultati avanti anche di ceninaia di anni, immaginando un possibile mondo futuro.

Macchine che dominano sull’uomo, oggetti volanti stavolta comunemente identificati come metodi di spostamento molto più veloci di quelli disponibili attualmente e così via per quanto riguarda tutto quello che la mente umana potrebbe immaginare da qui ad un secolo in avanti. Spesso a pensarci sono stati anche i programmatori di giochi appartenenti alle vecchie console del passato, così come la Riot che anni fa ci presentò Psycho Dream.

Giochi della memoria, Neugier


Il mondo dei giochi di ruolo, da timido genere relegato nei confini nipponici con la semplice scusa che il regno occidentale poco aveva a che fare con questo tipo di divertimento, si è man mano esteso varcando il paese dove era contenuta la più vasta schiera di sostenitori ed è arrivato fin qui da noi con una massa di titoli che hanno dato vita a saghe decisamente interessanti ancora reclamate a gran voce dal numeroso pubblico di fedeli adepti.

Il primo nome che verrebbe in mente parlando di giochi di ruolo è sicuramente quello della Square-Enix, una regina incontrastata per quanto riguarda questo filone, grazie in special modo a Final Fantasy, un degno capolavoro che ora ha toccato il quattordicesimo capitolo ufficiale, senza contare le mille deviazioni di percorso. Le differenze tra i giochi di ruolo di ieri e di oggi, stanno in special modo nell’impostazione di base dei duelli da affrontare.

Giochi della memoria, Daze Before Christmas

 Qualche volta probabilmente il nostro papà, o comunque un parente più o meno stretto, per farci vivere appieno la magica atmosfera natalizia e sorprenderci ancora di più la sera del 24 dicembre, tra una cenetta con tutta la famiglia e la grande attesa di aprire i voluminosi regali quasi tutti pronti sotto l’albero, potrebbe essersi travestito da Babbo Natale lasciandoci immaginare che il personaggio simbolo di questa festività fosse approdato proprio da noi.

Barba bianca fatta con ovatta morbidissima, la classica giubba rossa, stivali e una voce più profonda e adatta ad una corporatura robusta come quella di Babbo Natale, ci regalavano un sorriso che valeva appieno, per l’uomo travestito da Santa Clause, la fatica di essere entrato in quei panni. Magari qualcuno di voi che è già papà o ha dei nipotini con cui giocare, ha ripreso questa tradizione, ma per essere Babbo Natale non occorre necessariamente travestirsi.

Pepsi e Nintendo, un Mario natalizio per i concorsi di una volta

 L’immagine del caro vecchio Babbo Natale tutti noi l’abbiamo ben radicata nella nostra mente: quella giubba rossa bordata di candida pelliccia bianca, un cappello dello stesso rosso acceso con un buffo pon pon sulla punta, una morbida barba bianca per incorniciare un viso cicciotto e due occhi profondi e vivaci pieni di allegria. Una bella pancia pronunciata e una risata contagiosa e gioiosa sono elementi che ben caratterizzano questa figura.

In pochi forse sanno che questo personaggio è stato vertiginosamente lanciato dai mitici spot della Coca Cola, una delle bevande più diffuse in America che ha dato vita ad un vero e proprio protagonista di culto che tutti i bambini aspettano quando arriva la fine di dicembre. Sono ancora oggi irresistibili le pubblicità della Coca Cola piene di atmosfera e di magia, con tanta neve e lucine colorate, ma anche un acerrimo rivale tentò una strada simile anni fa.

Giochi della memoria, Hanna & Barbera’s Turbo Toons


Tutti noi conosciamo il mitico Mario, simbolo indiscusso della Nintendo, un personaggino buffo e semplice che però è riuscito ad accalappiare l’interesse di moltissimi appassionati che ancora oggi attendono con molta ansia le sue nuove avventure. E non si tratta soltanto di semplici platform dal sapore un po’ vintage o di avventure 3D che riscoprono un lato più complesso di un divertimento classico, ma anche di tutte le sue attività collaterali.

Tra quelle più emblematiche risulta ancora al massimo del gradimento Mario Kart, la versione su quattro ruote della banda dell’idraulico italiano più noto al mondo dei videogiochi che ci ha portato praticamente su ogni console della Nintendo, dal lontano Super Nintendo in poi, un titolo divertentissimo che ingloba tutto il suo gruppo di lavoro, da Peach a Luigi, ma in passato altri tentativi simili tentarono di ottenere un successo simile.

Giochi della memoria, Kendo Rage


Più volte abbiamo affermato come quella paladina del mondo del videogioco contemporaneo come Lara Croft sia riuscita in uno scopo ben preciso che fino a poco tempo prima era visto sempre con uno sguardo sospettoso, ovvero quello di introdurre come protagonista indiscussa di un gioco, anche impegnativo come un adventure con forti elementi di azione, una donna, come una sorta di Indiana Jones in gonnella ma decisamente più provocante.

E’ ovvio che Lara Croft con la sua fortunata saga di Tomb Raider non sia stata effettivamente la prima protagonista femminile all’interno di un videogioco, ma ha aiutato a far crescere un po’ il genere anche aggiungendo delle giuste quote rosa all’universo videoludico. Se diamo un’occhiata al passato però, ci accorgeremo che alcuni episodi del genere li avevamo già avuti, ed uno di questi è stato Kendo Rage, anche conosciuto in patria come Makeruna Makendo.

Giochi della memoria, Marmalade Boy


Sono piccoli problemi di cuore, nati da un’amicizia che profuma d’amore. E’ con questo testo che diversi annetti fa una sempre ispirata Cristina D’Avena presentava un nuovo cartone animato giapponese che si apprestava a fare breccia nel cuore di molti appassionati, conquistando specialmente il pubblico femminile sempre molto attento alle questioni sentimentali e alle bellezze maschili in versione anime che venivano lì presentate.

Si tratta di Piccoli problemi di cuore, un prodotto di animazione che qui in Italia è stato brutalmente censurato a causa di alcune tematiche affrontate che, secondo i canoni nostrani, non sarebbero state adatte per un pubblico prevalentemente giovane a cui, secondo gli adattatori italiani, il cartone animato sarebbe stato rivolto, ma che in Giappone è invece stato di enorme successo nella sua completezza con il titolo di Marmalade Boy.

Giochi della memoria, Darius Twin


Quando diamo un’occhiata su nel cielo, in special modo in una bella notte limpida, dove i pianeti risultano quasi visibili ad occhio nudo, ci viene sempre naturale pensare ad un possibile viaggio tra quelle stelle luminose, alla scoperta di entità sconosciute che possano avere una vita magari normale come la nostra. Ma chi ci dice che in realtà tutte queste improbabili creature non abbiano delle voglie colonizzatrici che possano creare anche problemi?

A darci un esempio delle beghe di territorio che potrebbero esserci tra abitanti di pianeti lontani, ci ha pensato più volte il mondo dei videogiochi, in special modo ai tempi in cui erano al massimo del successo le console a 16 bit, con tutta la moltitudine di sparatutto spaziali che erano all’ordine del giorno su Sega Mega Drive e Super Nintendo. Proprio su quest’ultima macchina da gioco vide la luce un titolo appartenente proprio a questo genere.

Giochi della memoria, Caliber Fifty


Le moderne tecnologie hanno permesso ai videogiocatori di tutto il mondo di poter affinare in modo davvero preciso i propri gusti permettendo quindi di scegliere comodamente le tipologie di divertimento da ricercare sulle proprie console, non soltanto per il genere di appartenenza, richiamando poi in causa le mille sottocategorie disponibili, ma anche per la semplice necessità dell’utilizzo della materia grigia o di una semplice pressione quasi a casaccio dei tasti.

Questa scelta di base era abbastanza presente anche nel mondo delle console a 16 bit, quando ancora furoreggiavano Super Nintendo e Sega Mega Drive contendendosi primati ed esclusive per i giochi disponibili per l’una o l’altra macchina. I giocatori avrebbero preferito un gioco di ruolo con qualche difficoltà in più per la presenza di enigmi e puzzle da risolvere o magari un titolo orientato più verso l’azione che poco ci impegnava il cervello?

Giochi della memoria, Vectorman


Al giorno d’oggi non ci stupiamo davvero più se un nuovissimo titolo in arrivo per la nostra console preferita, tra quelle attualmente disponibili sul mercato, che sia casalinga o portatile, abbia come caratteristica principale una splendida grafica in tre dimensioni, permettendo una libertà di movimento di certo maggiore rispetto ad un classico platform a due dimensioni, più restrittivo e decisamente più orientato all’old-style.

Nonostante l’amore per il revival che si è sviluppato negli ultimi anni, resta comunque enorme la percentuale di giochi che utilizzano il 3D per essere più d’impatto verso i giocatori più smaliziati, ma se diamo un’occhiata verso il passato, ci renderemo anche conto che gli ultimi esemplari che hanno preso vita sulle console a 16 bit avevano già intrapreso qualche piccolo timido approccio ad una grafica diversa, più orientata verso quello che avremmo avuto in futuro.

Giochi della memoria, Power of the Hired


Sono molte le cose da tenere sotto controllo quando un giocatore si immerge in un’appassionante atmosfera provando un gustosissimo gioco di ruolo. Bisogna tener ben presente in che dungeon o in che territorio stiamo per fare irruzione e di conseguenza bisognerà valutare bene il tipo di armatura da indossare, preferendo quindi corazze dotate di un elemento di fuoco per evitare gli attacchi dei nemici vulcanici così come quelle con elemento di ghiaccio nelle ambientazioni glaciali.

Ma sarà bene valutare anche quali personaggi portarsi dietro nell’avventura: qualcuno potrebbe aver bisogno di aumentare un po’ il livello di esperienza, ma qualcun altro magari più forzuto e dotato di migliori attacchi sarebbe sempre bene portarlo con sé, usando al meglio in una lotta contro nemici più feroci o contro un boss particolarmente ostico. Grande attenzione per le varie caratteristiche occorreva anche per giocare ad un vecchio gioco di ruolo strategico su Super Nintendo.

Giochi della memoria, Prehistorik Man


E’ notte fonda, soltanto una timida luna illumina uno sparuto villaggio preistorico, mentre tutti gli uomini delle caverne, nel loro pacifico villaggio, stanno riposando all’interno delle precarie abitazioni cui sono soliti rifugiarsi. Fruscii di foglie lasciano intuire che qualcosa sta accadendo in quella notte profonda: un goloso branco di piccoli dinosauri sta rubando tutte le provviste dell’intero villaggio, lasciando a secco tutti gli abitanti.

Il mattino dopo il capo saggio del luogo sceglie uno della tribù per risolvere la situazione, tirando fuori dalla sua anziana memoria una leggenda particolare: lontano, molto lontano, esiste un posto dove trovare tantissime ossa, moneta di scambio per l’epoca preistorica in cui il gioco è ambientato, una sorta di cimitero dei dinosauri dove i grandi bestioni vanno a morire. L’unico rimedio per sostentarsi durante l’inverno sarà proprio quello di recuperare quante più ossa possibili.

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