Shadow Tower, ufficializzato il nome del seguito di Ico e Shadow of Colossus


Il mondo dei videogiochi è contraddistinti spesso da annunci che riescono a scuotere la massa di videogiocatori in modo entusiasmante e collettivo, facendo urlare di piacere i tantissimi appassionati all’arrivo di una notizia illuminante riguardante un titolo particolarmente atteso su cui vengono regalati nuovi dettagli o addirittura una data di uscita, in modo da scatenare un conto alla rovescia per aspettare il nuovo golosissimo gioco in uscita nei migliori negozi.

Questo accade in special modo con sequel molto attesi di giochi particolarmente riusciti che hanno scalato tutte le classifiche di vendita e che sono apparsi irresistibili agli occhi dei giocatori, oppure ciò accade quando un progetto particolarmente interessante sulla carta prende pian piano vita offrendo ai giocatori le prime notizie che riescono ad entusiasmare scatenando solo l’immaginazione su come potrebbe essere la struttura di gioco di questa nuova realtà.

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The Last Guardian, presentate le primissime foto


I videogiochi servono spesso a divertirci e a farci trascorrere delle ore in modo spensierato e piacevole. Alcuni di essi sembrano fatti apposta per eliminare lo stress accumulato durante la giornata a causa di datori di lavoro troppo pressanti o di esami imminenti associati alla poca voglia di studiare, fatica che si allevia eliminando a tutti i nemici presenti sullo schermo nei vari sparatutto o affrontando il proprio avversario nei picchiaduro.

Altri giochi invece basano tutto sul relax e la tranquillità che riescono a comunicare senza scadere nel sanguinolento e nella violenza, associando il beneficio tipico di una beauty farm ad una storia creata in modo semplice e distensivo. E’ il caso della coppia di giochi creati dal Team Ico, pregiatissima compagnia che ci ha regalato negli anni due grandi capolavori, purtroppo spesso dimenticati, che danno un tocco in più alle classiche avventure.

Last Guardian, quando Ico incontra Shadow of Colossus


C’era una volta un regno incantato in cui una nascita decisamente inaspettata portò il panico tra gli abitanti. Da lì la decisione definitiva di esiliare il ragazzino, una vola raggiunta l’età giusta per permettergli di cavarsela da solo, in un maniero abbandonato, così che nessuno sapesse della sua esistenza, immaginata come portatrice di sciagura a causa delle corna con cui era inspiegabilmente nato, segno incontrastato di appartenenza ad una stirpe maligna.

L’incontro con un’eterea fanciulla dallo sconosciuto linguaggio porta i due protagonisti ad affrontare i pericoli di quella fortezza, fatta di ombre e di ambienti diroccati, per poter finalmente rivedere la luce del sole in totale libertà. Questa a grandi linee la storia dolce e poetica di Ico, una vera sorpresa giunta qualche anno fa sulla console Sony e che ha avuto come seguito ideale Shadow of Colossus, con un cambio di guardia ma mantenendo la stessa ambientazione magica.

Shadow of the Colossus, presto il film della magica avventura


I giochi che hanno visto la loro nascita su una console versatile ed entusiasmante nonché ricca di numerose benefiche caratteristiche per la crescita di nuove saghe come la Playstation 2 hanno sicuramente lasciato un segno grazie a diverse particolarità che variano da gioco a gioco. Una delle serie che ha maggiormente incuriosito grazie alla fantastica atmosfera e alla magia che si respirava all’interno delle varie location è sicuramente quella di Ico.

Non si tratta di una vera e propria saga visto che se nel primo gioco eravamo al comando di un ragazzino nato con un bel paio di corna e per questo abbandonato in un isolato maniero dal quale uscire in compagnia di un’eterea donzella anch’ella in esilio, nel secondo titolo il fulcro centrale della storia cambiava totalmente lasciandoci comunque immersi nella fantasia favoleggiante che caratterizzava imprescindibilmente il primo capitolo.

Arriva il terzo capitolo di Ico

Sono passati parecchi anni da quando un timido videogioco ha fatto capolino sulla Playstation2 presentando un nuovo modo di giocare, affrontando un tema particolare, utilizzando una delicatezza e una spettacolarità di ambientazione che fino ad allora nessun titolo aveva mai sperimentato, diventando così una sorta di termine di paragone per quei giochi che hanno tentato di sfruttare il successo di questo titolo che prendeva il nome di ICO.

Lo scopo del gioco era quello di uscire dal castello nel quale eravamo imprigionati, guidando un ragazzino rinchiuso lì a causa della sua malformazione: due corna sulla testa. Cercando l’uscita il ragazzo incontra un’etera ragazza che parla una lingua sconosciuta, ma nonostante tutti i misteri che l’avvolgono, decide di portarla con sé, guidandola mano nella mano verso una via d’uscita che li riportasse verso la libertà.

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