Giochi della memoria, La Ruota della Fortuna


Uno dei presentatori più amati e celebri della televisione italiana, anche se scomparso ormai da qualche anno e protagonista di un vergognoso furto postumo, è sicuramente Mike Bongiorno, uno dei più apprezzati ed ammirati conduttori capaci di tenere sulla cresta dell’onda un tipo di televisione tradizionale e famigliare, condita però con un buon numero di gaffes apparentemente ingenue e rimaste negli annali della tv nostrana.

Il genere di trasmissioni condotte principalmente da Super Mike è sempre stato quello relativo ai quiz, che oggi spopolano nei preserali, ma che un tempo venivano accolti all’ora di pranzo e soprattutto in prima serata. Una delle trasmissioni più note, rievocata da un format americano di grandissimo successo, proprio condotta da Mike Bongiorno, fu la Ruota della Fortuna che, chissà se lo sapete, ha avuto anche un suo trascorso videoludico.

Giochi della memoria, Jeopardy


C’è sicuramente una fetta di pubblico che non si può perdere una puntata di una fiction piuttosto accreditata, che sia sulla tv di stato o sulla rete ammiraglia di quella commerciale. Casalinghe pronte subito dopo cena ad incollarsi di fronte allo schermo per gioire per le gesta eroiche di un personaggio storico o per scoprire intrighi di corte di uno sceneggiato in costume: elementi più che sufficienti a quanto pare per garantirsi milioni di spettatori.

C’è però anche chi, magari proprio nel preserale, fascia da qualche anno garantita per questo tipo di trasmissioni, non si perde una sola domanda dei quiz più o meno divertenti ed originali che prendono posto nei palinsesti delle principali reti della tv italiana, tentando quindi di rispondere al maggior numero di quesiti posti ai concorrenti. Pensate che, prima dei quizzoni moderni, un gioco all’epoca delle console a 16 bit proponeva proprio questo.

Scene It? Bright Lights! Big Screen!, quiz sul cinema per Wii e Playstation 3


Se accendiamo la tv intorno alle 19.00 ci accorgeremo come il palinsesto di questa fascia oraria sia ormai dipendente completamente da un particolare prodotto televisivo che prima era quasi di totale appannaggio della prima serata. Stiamo parlando dei quiz-show, dei programmi televisivi che promettono moneta sonante ai migliori concorrenti che riusciranno a districarsi tra i vari giochi e a portare a casa, dopo il domandone finale, il gruzzoletto accumulato prova dopo prova.

Se a Raiuno spopola ormai da qualche anno, dopo la sua nascita con la conduzione di Amadeus, l’Eredità, noto gioco a quiz ormai passato al comando di Carlo Conti in cui i concorrenti man mano si eliminano a vicenda, passando invece per uno dei più seguiti ed amati programmi del genere della nuova generazione, sempre al timone di Jerry Scotti, che domanda dopo domanda e tempi biblici per dare le risposte, allieta il suo pubblico con un format ormai cult.

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Se ci capita di accendere la tv in questi giorni ci renderemo conto che a parte qualche raro programma che prende il via proprio nella stagione estiva, il tubo catodico è sempre più inquinato da un mare di repliche e di prodotti per l’intrattenimento comunemente definito low cost visto che il numero di persone ferme davanti alla tv cala drasticamente, facendo rinunciare però a chi è costretto a casa, un degno utilizzo del televisore di casa propria con trasmissioni interessanti.

Si sai, i format vincenti vengono lanciati prettamente nel periodo almeno autunnale in modo che possano vantarsi di un bacino d’utenza maggiore rispetto a quello estivo, ma a volte capita anche che dei giochi a premi lanciati durante i mesi più caldi, riesca ad interessare in modo particolarmente convincente. Uno fra questi è probabilmente quello che condusse Amadeus qualche tempo fa e che prendeva il titolo di “Uno contro cento”, direttamente dal format Endemol.

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Cosa deve avere un videogioco per essere irresistibile agli occhi del suo futuro acquirente? Quale dev’essere il segreto nello sviluppo di un gioco per renderlo appetibile anche a chi di videogiochi magari non se ne intende molto? Quale alto grado di giocabilità dovrà mai avere un titolo per essere certo di garantire un divertimento stellare e che non inizi a stancare dopo un esiguo numero di partite?

Queste sono le domande che molte case di sviluppo si fanno, e le risposte sono complicate da trovare, ma a volte anche un gioco piuttosto semplice riesce a rapire un videogiocatore trascinandolo per ore all’interno di un mondo virtuale. Il fascino del quiz non si è mai spento incuriosendo chi si propone per la risposta alle domande mettendo alla prova le proprie abilità e la propria intelligenza.

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